Da Catania a Hong Kong: si è svolta lo scorso 26 novembre la più vasta operazione contro la pirateria audiovisiva mai condotta in ambito italiano e internazionale.

Su disposizione della Procura di Catania, la Polizia di Stato, in collaborazione con le forze di Polizia di altri 7 Paesi, ha effettuato 89 perquisizioni in quindici regioni italiane e 14 perquisizioni fra Regno Unito, Olanda, Svezia, Svizzera, Romania, Croazia e Cina, nei confronti di 102 persone collegate a vario titolo a un’organizzazione criminale che serviva, attraverso una piattaforma informatica, oltre 22 milioni di utenti finali fra Italia ed estero. Attraverso il sistema delle IPTV illegali, l’organizzazione captava e rivendeva palinsesti live e contenuti on demand coperti da diritti di proprietà di note piattaforme televisive come Sky, DAZN, Mediaset, Amazon Prime, Netflix, Paramount e Disney+, generando un giro d’affari di circa 3 miliardi l’anno, ma provocando un danno al comparto stimabile in circa 10 miliardi.

L’operazione, denominata “Taken Down” e pianificata nell’ambito degli organismi internazionali Eurojust ed Europol, ha visto il coordinamento operativo del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, e il supporto della rete operativa @ON (Operation Network), finanziata dalla Commissione Europea e guidata dalla DIA. Dopo oltre due anni di indagini sono stati sequestrati oltre 2500 canali illegali e server che gestivano la maggior parte dei segnali illegali in Europa. Gli indagati ora dovranno rispondere di associazione a delinquere a carattere transnazionale, streaming illegale di contenuti audiovideo mediante IPTV, accesso abusivo a sistema informatico, frode informatica e riciclaggio. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati anche 1.650.000 euro in cryptovalute e 40.000 euro in contanti. In Romania e ad Hong Kong sono stati rintracciati 9 server attraverso i quali veniva diffuso il segnale audiovideo piratato. Mantre fra Inghilterra ed Olanda sono stati trovati 3 amministratori di livello superiore della struttura informatica investigata ed 80 pannelli di controllo dei flussi streaming.

Unanimi le reazioni delle istituzioni e dei soggetti direttamente danneggiati dall’organizzazione criminale. Andrea Abodi (Ministro per lo Sport e i Giovani): “I temi della pirateria audiovisiva e

delle scommesse illegali riguardano l’economia criminale, che è un tema che va oltre gli interessi legittimi della Serie A. Io non credo che la PIRATERIA uccida il calcio, credo che sia un problema da affrontare e risolvere, ma dobbiamo contrastarlo con la forza e con la collaborazione interistituzionale, anche a livello internazionale… Il salto di qualità si farà quando, oltre a interrompere il servizio illegale, si perseguiranno i fruitori del servizio, perché devono comprendere in maniera meno superficiale che con dieci euro per ognuno non si vede solo una partita, ma si diventa complici dell’economia criminale”. Luigi De Siervo (AD di Lega Serie A): “La pirateria non è solo un reato, ma un attacco diretto a tutte le persone oneste di questo Paese, agli investimenti e alla qualità dei contenuti che i tifosi e gli appassionati meritano di vedere”. Federico Bagnoli Rossi (Presidente FAPAV): “Si tratta di un duro colpo verso quelle mentalità criminali che operano senza confini e utilizzano gli introiti derivanti da atti di pirateria audiovisiva per finanziare pratiche criminose di vario genere. Un plauso va alle nostre Forze dell’Ordine per l’incessante impegno profuso nel contrasto ad un fenomeno che non solo danneggia l’industria culturale e la creatività italiana ma mette in serio pericolo la sicurezza e la privacy degli utenti che utilizzano piattaforme pirata. Nel 2023 si sono avuti circa 319 milioni di illeciti, 4 italiani adulti su 10 hanno infatti compiuto almeno un atto di pirateria. Questo impatta in modo rilevante sulle industrie dei contenuti audiovisivi e sportivi”. Andrea Duilio (AD Sky Italia): “Azioni come questa, insieme al contributo sistematico che dà Piracy Shield oscurando in tempo reale i siti pirata, rendono più efficace la lotta a un fenomeno che danneggia l’industria audiovisiva distruggendo migliaia di posti di lavoro”.